Cucina Veneta

Stufato al vino rosso

  • Porzioni: 4 persone
  • Tempo: 3 ore
  • Difficoltà: media
  • Ingredienti
Per il brodo:
  • 1 carota
  • 2 gambi di sedano
  • 1 cipolla
  • 1 patata
  • 2 grani di pepe nero

Per lo stufato
  • 1 carota
  • 2 gambi di sedano
  • 1 cipolla
  • 8 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 1 kg di cappello del prete, di vitellone
  • 1/2 litro di vino rosso, io ho usato cabernet
  • 1 litro del brodo ottenuto
  • 1 cucchiaio di farina 00
  • Sale e pepe

Per la polenta
  • 1/2 kg di farina di mais bramata per polenta
In questo momento avrei bisogno di chiudermi dentro un centro benessere e buttare la chiave, fingendo che sia successo accidentalmente e pure simulando calma nel momento in cui qualcuno scoprisse la mia presenza
Avrei bisogno anche di qualche ora extra, per fare cose belle come finire di leggere un libro e iniziarne un altro o magari per friggere due crostoli di carnevale e mangiarli fino ad avere bruciore di stomaco.
Avrei bisogno di perdere tre o quattro chili e possibilmente senza far fatica, ma ho sempre fame e poca disciplina, insomma un’accoppiata che non aiuta il risultato.

Avrei bisogno di tante cose, ma proverò ad accontentarmi di un piatto di stufato con la polenta, che per ora è la cosa più vicino al benessere che io possa immaginare.

Lo stufato, come lo spezzatino o il brasato, sono preparazioni che amo: mi piace vedere la carne che dapprima resiste al calore e si ritira nervosamente, quasi a non voler permettere la cottura, per poi cedere, dopo qualche ora, all’effetto del calore diventando morbida e succosa.
Mi piace usare anche tagli poveri, quelli più tenaci, perché cuocendoli a lungo ammorbidiscono e diventano così fondenti, cremosi e confortanti.
E’ un po’ così anche per le persone, no?
Insisti e insisti, anche le fibre più forti prima o poi cedono, nel bene o nel male.

Per aiutare la mia carne a intenerirsi, ho scelto di farle fare un bagno nel vino rosso che una volta ridotto ha creato un sugo avvolgente e persistente che con la polenta sta bene anche da solo, anche senza i pezzi di carne sopra. Ho usato polenta classica gialla, ma se ti capita usa anche quella di mais bianco, sarà altrettanto deliziosa.
Prepara il brodo: in una pentola capiente versa due litri di acqua e aggiungi la carota pulita, il sedano, la cipolla pulita e tagliata a metà, la patata sbucciata e i grani di pepe. Fai bollire su fuoco medio per un’ora circa, fino a che le verdure pungendole non risultino tenere e il brodo sia ben profumato di verdura. Filtra e tieni in caldo (le verdure puoi mangiarle così o usarle nell’impasto delle polpette se preferisci).

Prepara ora lo stufato: pulisci e taglia la carota, il sedano e la cipolla, a pezzi medio piccoli senza essere troppo precisi e accurati.
In una pentola capiente, meglio se di ghisa o comunque a fondo spesso, poni metà dell’olio e le verdure a pezzetti, poi cuoci rimestando con cura a fuoco medio alto finché non sono dorate e profumano di soffritto. Mettile ora da parte in un piatto.

Nella stessa pentola, metti il resto dell’olio, e rosola su tutti i lati la carne, facendola dorare per bene.
Quando tutti i lati sono ben rosolati, riporta in pentola anche le verdure, versa il vino rosso e un litro di brodo, coperchia e cuoci per almeno 2 ore.

La carne, pungendola, non dovrà porre nessuna resistenza, ma ti sembrerà quasi di romperla con un solo stecchino di legno.
A quel punto, puoi toglierla dal liquido e metterla in caldo su un piatto.
Con un mestolo forato, togli anche i pezzi di verdure e mettili in un frullatore con mezzo litro di liquido di cottura (il resto puoi eliminarlo).

Frulla le verdure e rimettile in pentola con la farina, cuocendo su fuoco basso e mescolando con una frusta per non far formare i grumi e addensare il sughetto.

Prepara la polenta seguendo le istruzioni sulla confezione e servila calda, con sopra la carne affettata (regola di sale e pepe) e il sugo ristretto.