Cucina Veneta
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Parpagnacchi

  • Porzioni: 25/27 biscotti
  • Tempo: 45 minuti
  • Difficoltà: bassa
  • Ingredienti

  • 500 gr di farina
  • 90 gr di burro freddo a pezzetti
  • un pizzico di sale
  • 150 gr di zucchero
  • 50 gr di latte circa
  • 1 uovo + 1 tuorlo
  • mezza bustina di lievito
  • 18 gr di Grappa o Rum
  • raspatura di 1 limone o arancia non trattati 
  • 1 pizzico di vaniglia
  • Zucchero in granella e albume per pennellare
Dopo i pandoli e gli zaleti, continua la collezione dei biscotti veneti.

"Te misuro un parpagnaco!"
Se senti dire questa frase, meglio che corri via!
Questo curioso nome per dei biscotti significa "ceffone", "sberla": in realtà, un po' come per i "pandoli", può significare anche "stupido", "babbeo". 

E' un nome che non sembra appartenere alla tradizione veneta anche se in realtà un Parpagnacco appare quale personaggio della "Favola de' tre gobbi" di Carlo Goldoni: un'altra ipotesi sulla nomenclatura, dice che l'origine del nome ha a che fare con il croato "prapenjak", un biscotto caratterizzato dalla presenza del miele e del pepe nero (anche se in realtà il "parpagnaco" vicentino non ha nessuno dei due ingredienti!).

Questi biscotti sono tipici della zona del Thienese, e in particolare di Marano dove l'usanza di prepararli è gelosamente custodita e tramandata.  

Si legge nel disciplinare di produzione, approvato nel 2015 dalla giunta comunale di Marano Vicentino, che ha riconosciuto ai "parpagnacchi maranesi" la denominazione comunale: «Si narra che nei primi anni del '900, Villa Fioretti rappresentasse un luogo di scambio e commercio, fra gli abitanti. Per evitare il pagamento dei dazi imposti dalle vicine frontiere, iniziarono a formarsi i primi gruppi di contrabbandieri, che per rifornirsi di materie prime, esercitavano un vero e proprio baratto, con fagioli e patate che scambiavano con uova, latte, farina di mais Marano, burro e prodotti della terra. La nascita dei "parpagnacchi" deriva da una richiesta di carattere "pratico" fatta agli abitanti di Marano dai contrabbandieri, che per potersi alimentare durante il viaggio chiesero di preparare un dolce che si potesse conservare a lungo e che fosse comodo da trasportare».

La caratteristica di questo biscotto è la friabilità nonostante il poco burro, cosa che li rende piu conservabili, e sono pure poco dolci, ma questo è un carattere che troviamo in modo ricorrente anche in altri biscotti tipici veneti: la loro forma li rende divertenti e facili da realizzare, sono molto carini da insacchettare e regalare e per la loro semplicità di sapore si prestano ad accompagnare una tazza di caffelatte al mattino ma anche un buon tè nero o una cioccolata calda del pomeriggio.

Compreso che in Veneto la tradizione dei biscotti non è cosi ampia, mi piace riportare alla luce questo tipo di preparazioni cosi povere di ingredienti ma deliziose e poco dispendiose. 
Mi piacerebbe sapere se ti sono piaciuti, se li proverai.


La ricetta che ho usato è di Morena Roana del blog Menta e Cioccolato: la trovi a questo link https://www.mentaecioccolato.com/2008/10/parpagnacchitreccine-biscottose-e.html
La fonte storica è un articolo del Giornale di Vicenza.


Se vuoi realizzare la ricetta senza glutine, sostituisci la farina con altrettanto preparato per dolci e frolle gluten free: essendo biscotti friabili, non hanno bisogno di particolare elasticita, non avrai problemi. Devi fare attenzione che tutti gli altri ingredienti, cosi come il piano e gli utensili dove lavori, siano privi di contaminazione e rechino il simbolo del "senza glutine" o della "spiga barrata".

Se vuoi farli senza lattosio, usa un burro delattosato o se non tolleri neanche quello va bene la margarina vegetale non idrogenata: prevedi un riposo piu lungo in frigorifero, almeno un paio di ore. Un'ottima idea sarebbe quella di rimetterli per mezz'ora in frigo anche dopo averli formati.
Per prima cosa, quando dividi l'uovo per usare il tuorlo nella frolla, conserva l'albume in una ciotolina perchè ti servirà poi.

Se lavori con l'impastatore, metti nella ciotola la farina, il burro e il sale: lavora con il gancio "k" o "foglia" finchè non si formerà uno sfarinato: aggiungere di seguito tutti gli altri ingredienti e impastare bene. Rimuovere dalla ciotola e lavorare brevemente a mano per compattare: deve essere sodo ma non duro, per cui in caso aggiungere un goccino di latte.
Avvogli in un sacchetto e fai riposare un pò in frigo, cosi perde un pò di nervo.

Se non hai l'impastatore, procedi come una frolla normale, segui pure i passaggi sopra citati.

Accendi il forno così arriverà a temperatura mentre formi i parpagnacchi.

Suddividi l'impasto e forma dei rotolini, ne escono 25/27 circa: della lunghezza di 20-22 cm: piegali a metà, attorcigliali e posali in una placca da forno ben distanzati (lievitano un pò!).
Spennella ciascuno con poco albume e cospargi di zucchero in granella.

Inforna a metà altezza con forno statico a 170°-180° per 25-30 minuti.